giovedì 22 maggio 2008

Chi conosce i nuovi contratti?

Tra gli italiani c’è una grande confusione in testa su che cosa siano i nuovi rapporti di lavoro, quelli diversi dal tempo indeterminato. Passati dieci anni dall'entrata in vigore del pacchetto Treu e cinque dal varo della Legge Biagi non è ancora chiaro che cosa sia il lavoro temporaneo, come funzioni e che tutele garantisca. Neanche sanno la differenza tra i vari contratti a tempo, le collaborazioni a progetto e, addirittura, il lavoro nero.
Questo è ciò che viene fuori dallo studio che Assolavoro – l'associazione di categoria nata nel 2006 dalle fusione di tre organismi e che oggi riunisce 69 delle 80 agenzie per il lavoro autorizzate dal ministero - ha commissionato a Ipsos. Quello che non è stato percepito è il contenuto delle formule, che appaiono indifferenziate e preoccupanti soprattutto per i meno giovani. Metà della popolazione italiana (46,8%), soprattutto i ventenni e i già occupati pensano che il mercato del lavoro si sia evoluto rapidamente. Ma il 50,8% non ha visto cambiamenti rilevanti. L'impressione di un mondo del lavoro rimasto sostanzialmente "bloccato" cresce con l'età. Il 42,6% degli intervistati è al corrente che esistono differenze tra le tipologie di contratti (cocopro, partita iva, interinale) ma non le saprebbe indicare. Solo il 31,6% sa elencare le caratteristiche principali dell'una o dell'altra formula. Sul lavoro temporaneo, in particolare, il livello di informazione è "precario": il 52% ritiene che il lavoratore a tempo sia svantaggiato rispetto ai lavoratori stabili dell'azienda utilizzatrice, quando la legge garantisce invece la parità di trattamento economico e normativo. Il 50% crede che non ci sia tutela o che sia solo parziale in caso di malattia, il 32% pensa che il lavoro temporaneo sia paragonabile al lavoro nero. Le opportunità di trovare un lavoro nelle Agenzie è per solo il 16,6%, l'invio spontaneo di curriculum alle aziende resta il canale preferito per un terzo degli interpellati.
Di chi è la responsabilità di questo mancata informazione? Secondo Elio Pagnoncelli di Ipsos, da parte delle agenzie, l'errore è stato nel credere nella capacità dei giovani «di avere capacità di selezione e districarsi in un mondo del lavoro altamente complesso, poi nell'avere investito nei mezzi di informazione tradizionali, poco in forme nuove di comunicazione e negli strumenti che i giovani frequentano, Internet in testa». Se gli italiani scambiano il lavoro interinale con i contratti a progetto e addirittura con il nero il problema non è di comunicazione ma di sostanza, invece, per l'economista Tito Boeri, che da anni critica la proliferazione delle tipologie di contratto. «L'ingegneria contrattuale ha costi elevati in termini di informazione e coloro che non riescono a usare questi contratti per arrivare a un rapporto più stabile li vivono come condizione di instabilità diffusa, di cui percepiscono solo l'aspetto di discontinuità come cronico, non le tutele».
L’orientamento può e deve essere il mezzo attraverso cui i giovani e i non giovani devono trarre queste informazioni e farle proprie per affrontare il mondo del lavoro ad occhi aperti senza dubbi.

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