lunedì 19 maggio 2008

I lavori più amati…..e quelli più odiati!

In testa al primo posto tra i profili preferiti dai giovani c’è il Dirigente pubblico seguito dal Magistrato, a sorpresa il terzo posto è occupato dal Politico; seguono al quarto e quinto posto il medico e l’imprenditore. In coda poco amati i mestieri manuali come l’addetto alle pulizie e la colf. Sono questi i risultati di una ricerca che ha coinvolto alcune università italiane tra le quali la Bocconi di Milano e l’Università degli studi di Napoli che è stata pubblicata sul numero 45 di “Quaderni di Sociologia” e rappresenta il più cospicuo lavoro mai realizzato nel nostro Paese.
Lo studio parte da un’indagine iniziata nel 1985 e permette di confrontare come è cambiato l’apprezzamento sociale delle professioni in quasi venti anni. In questi anni ci sono state profonde trasformazioni nel mondo del lavoro e nelle culture professionali di base. Si è registrata la grande espansione del ceto medio impiegatizio e dei servizi, la riduzione e la mutazione della classe operaia, l’avvento del lavoro parasubordinato. La posizione di vertice dal 1985 è passata dall’ambasciatore al direttore di quotidiano, al top manager pubblico.
La caratteristica di questo studio è stata quella di unire ai classici elementi distintivi usati dalle ricerche nel passato (reddito, potere, prestigio) altri criteri, tra i quali l’utilità sociale delle professioni, la visibilità mediatica, che colpisce l’immaginario collettivo, ma anche il territorio. Tipico atteggiamento degli intervistati è il valore assegnato a delle professioni, esempio, alla professione di infermiere. Tutti ne riconoscono la funzione, l’utilità sociale e l’importanza, ma escludono di essere disponibili ad esercitarla. Sembrano troppo elevati i vincoli di uno scarso reddito, di un alto disagio per i turni e orari, e per una percepita bassa valutazione sociale.
Da qui si arriva alla conclusione dello studio fatto, dove l’esempio dell’infermiere è una delle metafore del cambio di culture professionali, che in Italia stà portando all’importazione di questa ed altre professioni verso manodopera multiculturale.

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