ECONOMIA CALABRESE
Sull’intero panorama nazionale si è registrato un sostanziale clima di rallentamento, aggravato dai dati non proprio confortanti del Sud Italia, con gli indicatori di attività stagnanti oppure negativi, in alcune regioni in particolare.
Non è certo rassicurante il quadro dell’economia del Meridione descritto nei giorni scorsi su “Il Sole 24 Ore” dall’economista Luciano Gutierrez, che ha tracciato un attenta analisi della crescita o, troppo spesso, dello stop subito dalle regioni del Sud. Un’analisi che Gutierrez ha studiato in base ai dati forniti da UniCredit Research & Strategy – Osservatorio Regios – Cycles&Trends Econometrica, secondo cui, in quasi tutte le aree analizzate, il tasso tendenziale di crescita dell’indicatore di attività a Dicembre 2007 è risultato prossimo allo zero, se non negativo. Stupiscono se letti in questo clima economico generale, i dati della regione Calabria, dove il tasso di crescita dell’indicatore di attività, anche nel quarto trimestre del 2007, è risultato invece positivo. Nel dicembre dell’anno scorso, infatti, il tasso tendenziale è stato pari a più 0,2%, anche se sul fronte dell’esportazioni e sulle tendenza della domanda interna gli economisti non vogliono essere ottimisti: un -13,9% per l’esportazioni rispetto allo stesso dato di Dicembre del 2006. Il tasso di disoccupazione si riporta, nel terzo trimestre 2007, al 12% mentre l’occupazione va al 2,1%. La crescita è stata evidenziata soprattutto grazie ai settori delle costruzioni e di alcuni comparti dei servizi. Almeno questo è stato il quadro presentato nella relazione annuale di Bankitalia, illustrata nel luglio 2007 al campus dell’università di Catanzaro.
Sarebbero cresciuti anche i flussi turistici in tutta la Calabria, ma purtroppo ancora confinati solo nei mesi estivi, con una forte “stagionalizzazione” di tutto il turismo. Nel settore agricolo le quantità raccolte sono diminuite in tutte le principali coltivazioni regionali, mentre nell’industria manifatturiera i livelli di ‘produzione e gli ordinativi sono aumentati. Infine la crescita dei prestiti bancari è rimasta elevata e l’aumento dei prestiti alle imprese ha interessato soprattutto le imprese di medie-grande dimensione, in questo contesto va inserito un altro dato significativo: in Calabria il denaro costa di più e da Milano a Cosenza i tassi raddoppiano. Con queste parole venivano incorniciati fino allo scorso mese di novembre i dati rilevati dall’istituto Tagliacarne sul costo del denaro che passa da un minimo del 5,65% ad un massimo, proprio in Calabria, del 10,5%. Nelle provincie di Reggio Calabria e di Cosenza il denaro costa il 10,47% mentre a Milano scende a 5,65%. In Calabria un prestito costa il 70% in più rispetto a Trento, a Firenze o a Bologna. Fino al 2006 a Cosenza ad esempio per un credito da restituire in 18 mesi le banche hanno applicato un tasso medio del 9,32%, a Trento del 5,46.
Sull’intero panorama nazionale si è registrato un sostanziale clima di rallentamento, aggravato dai dati non proprio confortanti del Sud Italia, con gli indicatori di attività stagnanti oppure negativi, in alcune regioni in particolare.
Non è certo rassicurante il quadro dell’economia del Meridione descritto nei giorni scorsi su “Il Sole 24 Ore” dall’economista Luciano Gutierrez, che ha tracciato un attenta analisi della crescita o, troppo spesso, dello stop subito dalle regioni del Sud. Un’analisi che Gutierrez ha studiato in base ai dati forniti da UniCredit Research & Strategy – Osservatorio Regios – Cycles&Trends Econometrica, secondo cui, in quasi tutte le aree analizzate, il tasso tendenziale di crescita dell’indicatore di attività a Dicembre 2007 è risultato prossimo allo zero, se non negativo. Stupiscono se letti in questo clima economico generale, i dati della regione Calabria, dove il tasso di crescita dell’indicatore di attività, anche nel quarto trimestre del 2007, è risultato invece positivo. Nel dicembre dell’anno scorso, infatti, il tasso tendenziale è stato pari a più 0,2%, anche se sul fronte dell’esportazioni e sulle tendenza della domanda interna gli economisti non vogliono essere ottimisti: un -13,9% per l’esportazioni rispetto allo stesso dato di Dicembre del 2006. Il tasso di disoccupazione si riporta, nel terzo trimestre 2007, al 12% mentre l’occupazione va al 2,1%. La crescita è stata evidenziata soprattutto grazie ai settori delle costruzioni e di alcuni comparti dei servizi. Almeno questo è stato il quadro presentato nella relazione annuale di Bankitalia, illustrata nel luglio 2007 al campus dell’università di Catanzaro.
Sarebbero cresciuti anche i flussi turistici in tutta la Calabria, ma purtroppo ancora confinati solo nei mesi estivi, con una forte “stagionalizzazione” di tutto il turismo. Nel settore agricolo le quantità raccolte sono diminuite in tutte le principali coltivazioni regionali, mentre nell’industria manifatturiera i livelli di ‘produzione e gli ordinativi sono aumentati. Infine la crescita dei prestiti bancari è rimasta elevata e l’aumento dei prestiti alle imprese ha interessato soprattutto le imprese di medie-grande dimensione, in questo contesto va inserito un altro dato significativo: in Calabria il denaro costa di più e da Milano a Cosenza i tassi raddoppiano. Con queste parole venivano incorniciati fino allo scorso mese di novembre i dati rilevati dall’istituto Tagliacarne sul costo del denaro che passa da un minimo del 5,65% ad un massimo, proprio in Calabria, del 10,5%. Nelle provincie di Reggio Calabria e di Cosenza il denaro costa il 10,47% mentre a Milano scende a 5,65%. In Calabria un prestito costa il 70% in più rispetto a Trento, a Firenze o a Bologna. Fino al 2006 a Cosenza ad esempio per un credito da restituire in 18 mesi le banche hanno applicato un tasso medio del 9,32%, a Trento del 5,46.
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